Una vita da mediano s'è tradotta in un'interessante trasfigurazione in tecnico metodico, dalle idee chiare, i modi gentili. Stefano Paese si è costruito un profilo credibile in panchina oltre la carriera da calciatore. Lo inquadri in una parola: compostezza. Ne era un degno rappresentante da faticatore della mediana, figlio di un calcio fatto di posizione. Lo è da uomo e neo papà, oltre che tecnico emergente. Fino all’interruzione del rapporto con il Montorio il suo è stato un percorso di crescita netto: doppia salvezza a Pozzo, l'occasione in Promozione sotto il castello, in una Montorio poi condotta in Eccellenza ad una signorile salvezza al debutto in categoria. Figlio di Fabrizio, preparatore dei portieri tra i più noti nel veronese, Stefano ha conoscenze ampie e diffuse del panorama dilettantistico veronese: bagaglio più che sufficiente per vestire i panni del giurato tecnico.
Stefano, il tuo approccio alla vita da panchina è stato incoraggiante: Prima, Promozione, Eccellenza. Oggi qual è la sua dimensione?
«Quella di un tecnico cui piace imparare. Mi aggiorno, studio, visiono allenamenti anche di categorie giovanili. Dove allenerò? Qualche contatto l'ho avuto. Il desiderio è rimanere tra Eccellenza e Promozione, con la possibilità di lavorare per un progetto serio».
I principi del Paese tecnico emergente?
«Organizzazione e intensità. Mi piace pensare ad un calcio dove ognuno sa cosa fare: è un’esigenza che fa parte del gioco stesso, non dipende dalla categoria. Poi, nel calcio d'oggi conta spingere: l'intensità spesso scava la differenza tra due squadre».
Il maestro ispiratore?
«Beniamino Vignola, conosciuto quando giocavo a San Martino. Preparazione fuori categoria, poi era un mago nel motivare tutti: la squadra giocava letteralmente per lui».
Il collega cui assegnerebbe la Panchina d'oro?
«Massimo Donati: ha vinto a Legnago e non è un caso. Ha vissuto, carisma, capacità di dialogo. Farà carriera ad altri livelli».
L'emergente da segnare sul taccuino?
«Alessandro Montorio dell'Hellas Verona Under 18: preparatissimo. Poi spendo una parola per Allegretti della Clivense: ha vinto con merito in due categorie diversissime, da lodare la capacità di adattamento».
Passiamo alla giuria tecnica. Tra i candidati c'è un giovane che meriterebbe l'oro?
«Campobello del Montorio. Profilo tra i più forti della categoria nel suo ruolo (difensore)».
Il nome cult della zona oro?
«Tommaso Cappelletti del Pescantina Settimo: lo metto terzo nel mio podio. Secondo scelgo Ambrosi del Castelnuovo».
Conosce bene anche la zona argento. Il fuoriclasse della categoria?
«Marastoni del San Giovanni: lascerà presto, e con merito, la Promozione. Poi Boseggia dell'Oppeano e Bragato dell'AlbaredoRonco».
I “campioni“ del bronzo?
«Bosio del Borgo San Pancrazio: ha appena vinto un campionato nella sorpresa generale. Poi due bomber intramontabili: Turozzi e Pesic. Ogni anno si sente parlare di loro». •.
«A Donati va un oro meritato Marastoni vero fuoriclasse»
