Una famiglia nel pallone. In casa Baschirotto, a Nogara, il calcio è la pietanza del giorno. Papà Graziano, tifoso interista, e mamma Giuliana, ogni giorno ascoltano dai loro quattro figli maschi, tutti sostenitori della Juventus, fiumi di parole legate al football. Francesco, l’ultimo della covata con i suoi 21 anni appena compiuti, è più di un emergente nel Caldiero del presidente Filippo Berti. «Da tre anni vesto la casacca dei termali e insieme a Nicolò Baldani (il compagno di squadra con il quale ha più legato ndr) abbiamo fatto la scalata dall’Eccellenza alla serie D», racconta Francesco che nel mirino per il futuro mette il salto, o meglio il desiderio, di approdare ad un campionato professionistico. D’altronde tra le mura della famiglia Baschirotto l’esempio non manca. «Mio fratello Federico ha 25 anni e gioca nella Viterbese, in serie C. Prima ha militato nel Legnago, Seregno, Forlì e Cuneo. È passato anche nella Cremonese. Anche lui come il sottoscritto ricopre il ruolo di difensore centrale. No, non è un marchio di fabbrica anche se i mie due fratelli più grandi, Filippo (ha giocato in Promozione) e Fabio (Primavera del Verona e poi rottura del crociato e addio al calcio), erano due difensori: entrambi hanno smesso di giocare da tempo nonostante la giovane età», racconta l’ultimo dei Baschirotto. Diplomato in grafica all’istituto salesiano San Zeno di Verona, è adesso iscritto a Scienze Motorie. Nel tempo libero dallo studio e dagli allenamenti, ogni giorno quasi un centinaio di chilometri tra andata e ritorno da casa a Caldiero, dà una mano nell’azienda agricola di papà e mamma. Una famiglia molto unita che ha allestito un vero e proprio comitato per raccogliere i tagliandi de L’Arena: nel mirino provare a conquistare l’ambito Pallone d’Oro. «Tra parenti, amici e conoscenti si stanno muovendo un discreto numero di persone», abbozza fiducioso Francesco che con il suo Caldiero sta veleggiando nei piani nobili del girone. «Prima di fare voli pindarici pensiamo a raggiungere la salvezza aritmetica poi, con la testa libera e senza pressioni si può pensare in grande. Sì, i play-off sarebbero un bel premio ma ad oggi è davvero complicato capire come stanno le cose. Ci sono ancora troppe partite da recuperare». Non nasconde il difensore centrale del Caldiero di essere molto scaramantico. «Ho più di una mania, dagli stessi calzini, alle scarpe da usare. Ma comunque vi assicuro che in squadra c’è chi sta peggio del sottoscritto», ride Baschirotto da sempre abituato alla marcatura ad uomo. «Dal dischetto di rigore in giù abbiamo l’ordine di stare appiccicati all’avversario. Ovviamente quando la retroguardia è alta le dinamiche cambiano. Mi trovo molto bene nella difesa a quattro, modulo che attuiamo in questo campionato mentre la scorsa stagione spesso eravamo schierati a tre», continua il lungo centrale del Caldiero (è alto un metro e 85 centimetri) che prima di approdare nella compagine gialloverde ha militato nelle giovanili del Verona quindi sei mesi all’Ambrosiana e altrettanti al Vigasio. «Il futuro? Beh non sarei sincero se non ammettessi di ambire ad accasarmi nei professionisti». •
Francesco punta alto «Il grande sogno? È il professionismo»
