Da Borgo Nuovo a Milanello nel ritiro del Milan, dal Real Boys di Verona agli allievi della società rossonera. È la storia «luccicante» di Michael Zago, attuale centrocampista quarantaduenne dell’Ausonia Sona United, formazione di seconda categoria. Una strada calcistica intrapresa quando l’atleta aveva soli quattordici anni per passarne tre, dal ‘96 al ‘99, alla corte di quel Diavolo rossonero che rappresentava per i giovani calciatori l’Olimpo nel panorama del calcio italiano. «In effetti alcuni allievi come me», argomenta Zago, «andavano il sabato ad allenarsi assieme alla prima squadra in quanto la Primavera doveva cimentarsi, in quella giornata, nel proprio campionato. Era un’emozione unica», prosegue, «essere a stretto contatto con certi mostri sacri del calibro di Baggio, Baresi, Maldini. Il ricordo va anche all’Istituto Vescovile che ci ospitava a Lodi e che rappresentava la nostra casa quotidiana per i giocatori che arrivano dal Nord Italia: modalità di vita che mi ha fatto maturare e acquisire sentimenti di riconoscenza particolari». La carriera di Zago, tra i rossoneri, si interrompe, però, con il suo passaggio al Monza e, successivamente, alla Primavera del Chievo. «Il prosieguo della mia attività calcistica», chiarisce, «ha trovato, poi, continuità nella Triestina in C2 e sempre in C1 con gli alabardati. Da lì il trasferimento è al Trento e la trafila dei passaggi annovera ancora il Chievo ed il Melfi in C2». Una passione che, al di là del professionismo, non si è arrestata. «È per questo», precisa Zago, «che accettai il Bitonto in Serie D per fare ritorno, dopo anni, tra i dilettanti ed in pratica accettando una situazione che mi ha portato dalla serie A alla Seconda categoria: non rinnegando mai, però, le scelte fatte». Una modestia da segnalare, quella di Michael Zago. «È stato un percorso, il mio, che avrebbe potuto andar meglio, ma anche peggio e sono soddisfatto di quanto ho realizzato. Ho potuto constatare nella mia esperienza», conclude, «come non sempre i giocatori migliori siano stati considerati e valorizzati, al contrario di altri mediocri, ma stranamente premiati». Ora Zago, avendo ancora voglia di giocare, è atteso a proseguire con l’Ausonia, con tanti compagni di squadra giovani, per il completamento dell’operazione salvezza. Lui, ha accettato la società di Palazzolo anche per la conoscenza che lo lega all’allenatore Campagnari, che gli ha chiesto di portare la sua esperienza in campo. Un’altra sfida a cui non vuole sottrarsi.•.
«Il Milan e il Chievo? Adesso la sfida si chiama Ausonia»
