Un occhio acuto nell'evoluzione del portiere. Mente pensante alla ricerca di verità spendibili sul campo, condivisibili oltre un'insensata ricerca di dogmi. Marco Dalli Cani, tra i preparatori dei portieri, è un riferimento serio nel panorama veronese: operativo alla Belfiorese (Eccellenza e giovanile), patentato Uefa B, presto maestro di tecnica del portiere alla Total Football Academy. Una vita sui campi l'ha reso interlocutore raffinato per la giuria tecnica de Il Pallone d'oro: la materia la conosce bene. In modo approfondito come l'evoluzione del ruolo del portiere e del suo preparatore.
Marco, il ruolo del portiere è oggetto di una profonda e continua trasformazione: numerose sono le scuole di pensiero in materia. Dove è evidente l'evoluzione nel mondo dei dilettanti?
«In ogni categoria il portiere deve portare con sè la consapevolezza di cosa dovrebbe fare, in termini ideali, un buon portiere. E quindi, cosa vuol dire parare bene, guidare la difesa, dare sicurezza in uscita e nel gioco podalico. Ogni partita rappresenta un terreno di prova per capire a che punto si è. Tutti i portieri evolvono: conta capire come ha senso farlo nel contesto in cui si è».
Quali sono gli orizzonti del coinvolgimento del preparatore dei portieri negli staff tecnici? La disparità di considerazione è ancora evidente.
«Conta superare l'idea del preparatore che allena in un angolino e, finita la seduta, ha terminato la sua funzione. La domanda è: cosa si aspetta la squadra dal portiere, e viceversa? Capire insieme come rispondere nelle situazioni di gioco è la sfida di ogni categoria. Il modo di approfondire varia a seconda di categorie e scuole di pensiero, ma è necessario un coinvolgimento concreto dei preparatori».
Il coinvolgimento podalico dei portieri, nei dilettanti, non è una esagerazione? Una pretesta fuori contesto?
«Dipende dall’obiettivo che ci si prefigge. È fuori dal tempo pensare ad un portiere che non sappia usare i piedi. Quanto e come dipende da un’attenta valutazione di rischi e benefici. A priori non si stabilisce nulla».
Molti sono i portieri candidati al Pallone d'oro. Quali meritano attenzione?
«Marco Tebaldi, che alleno, è un portiere evoluto: reattivo tra i pali, ha prontezza sui palloni alti. Merita. Lui come Francesco Bonato del Team Santa Lucia: grande personalità, grande esperienza».
Dove trovano posto nei podi della giuria tecnica?
«Marco lo metto in testa al podio dell’oro. Bonato al terzo del pallone d'argento. Il resto dei podi? Tutti giocatori di movimento».
Partiamo dall'oro. E dai supi protagonisti
«Pietro Laperni, sempre nostro: un metronomo in mezzo. Poi Pietro Gecchele del Sona, un'autorità in difesa».
Completiamo il podio della zona argento?
«Martino Negri del Bevilacqua lo considero una giovane promessa, mentre mi piace Andrea Badalotti del Nogara, punta potente, di grande fisicità».
Terminiamo, in un sol boccone, il podio della zona bronzo.
«Due rapaci d'area nei primi due posti: Anthony Gambin della Provese e Cristian Turozzi del San Giovanni Ilarione. Poi Nicolò Sguazzardo dei Boys Buttapedra».
Concludiamo tornando al tema dei preparatori. Chi sono i maestri-pionieri nel territorio veronese?
«Vado sul sicuro: Paolo Riccardi del Caldiero e Leopoldo Nogara, oggi all'ArzignanoChiampo».
Laperni merita l'oro. Nogara e Riccardi top. Negri la promessa
