di Riccardo Perandini

«Orfeini da scoprire Canovo merita l’oro Legnago con vista C»

GIURIA TECNICA 10 mar 2023
Thomas Orfeini (a sinistra) pezzo pregiato del Caldiero FOTO ROBYPaolo CorghiJuliano OrtegaFabio BruttiGianni Canovo tecnico del Castelnuovo Thomas Orfeini (a sinistra) pezzo pregiato del Caldiero FOTO ROBYPaolo CorghiJuliano OrtegaFabio BruttiGianni Canovo tecnico del Castelnuovo

Portiere d'alto dilettantismo finché ha giocato, dirigente in costante evoluzione oggi. Fabio Brutti sa cogliere l'attimo. Scaltro in campo, sul pezzo e disinvolto dopo aver dismesso guanti e chiodate. Il suo nuovo compito è fiutare dov'è il talento: opera nell'area tecnica dell'Hellas Verona, a stretto contatto con Massimo Margiotta, responsabile del settore giovanile gialloblù. L'area di riferimento va dall'Under 15 alla Primavera 1. Nei dilettanti veronesi vanta un lungo vissuto: prima portiere, poi direttore sportivo del Caldiero, portato dalla Promozione alla Serie D.

Fabio, da dirigente, la sua è stata un'evoluzione costante. Dalla direzione sportiva del Caldiero all'area tecnica dell'Hellas Verona: era un obiettivo?
«No, sono sincero. Stando sul campo ho avuto proposte, colto opportunità. Ho vissuto alla giornata questa dimensione dirigenziale. Sempre in modo vigile, mai guardando troppo avanti nel tempo».

Ieri Kumbulla e Casale, oggi Sulemana, Terracciano e Coppola. L'Hellas ha un trend di rilievo nella costruzione di profili pronti per la prima squadra nati in casa. I prossimi?
«Preferisco non fare nomi: dall'Under 15 in avanti posso dire che ci sono almeno due profili per annata con un alto potenziale».

A Caldiero hai conosciuto da vicino la D. Duplice domanda: chi tra le veronesi può meritarla, chi invece ha le credenziali per un balzo nei professionisti?
«Legnago è la piazza più pronta per il balzo in C: è in testa, può ancora determinare il proprio futuro. Vedo due società potenzialmente in grado di radicarsi in D per mezzi, organizzazione e strutture: Clivense e Vigasio».

Rimaniamo in Serie D: il tecnico pronto al professionismo? Il profilo, invece, pronto a salirvi dai dilettanti?
«Dai dilettanti può salire Paolo Corghi dell'Ambrosiana, sono anni che lavora bene. Per l’approdo nei professionisti dico Cacciatore del Caldiero: per vissuto, conoscenze, idee e attitudini ha tutto per stare un gradino sopra di dov'è ora».

Diamo inizio alla giuria tecnica relativa al Pallone d'Oro de L'Arena. Il suo podio per la zona oro?
«Braga del Caldiero, in prospettiva può guardare al professionismo; Hrabar del Montorio, portiere di buona struttura, l'ho visto giocare: mi è piaciuto. Infine Prandini dell'Ambrosiana, un giovane che promette bene».

In D, un giovane con un potenziale ancora da scoprire?
«Orfeini del Caldiero: ha metabolizzato un salto non irrilevante dalla Prima categoria del RealGrezzanalugo. È una prima punta, un ruolo in cui ci sono sempre meno interpreti. Ha fisicità e ottimi margini di miglioramento».

Guardiamo ai mister veronesi: la tua Panchina d'Oro?
«Gianni Canovo, ad occhi chiusi».

Tre società ben strutturate lungo tutto la filiera?
«Caldiero, Villafranca, Legnago. Sono una spanna sopra alle altre».

Entriamo nella zona argento: i tre nominati?
«Marastoni del San Giovanni, mio ex giocatore: salirà presto dalla Promozione; Odogwu della Virtus per lo stesso motivo: ha mezzi per salire presto di categoria. Infine Boseggia dell'Oppeano».

Ha conosciuto da vicino i due mondi del dilettantismo e del professionismo: c'è un ponte che li collega oppure no?
«Nel professionismo cambiano gli strumenti, i tempi, il linguaggio, le conoscenze. Ma non cambia il denominatore: la spinta ad evolvere. Non conta l'etichetta di dilettante o professionista, conta come riesci a migliorare».

Concludiamo con la zona del bronzo: l'ultimo podio?
«Piva e Riva del Borgo San Pancrazio: fuori categoria in Seconda. Poi Ortega della Scaligera Lavagno: è una buona punta».  •.

 

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