Ha solo venticinque anni ma più di una squadra alle spalle. Marco Tebaldi portiere della Belfiorese vanta esperienze importanti con la Virtus Verona, Clodiense e Caldiero, sempre in serie D, prima di scendere in Eccellenza alla Belfiorese. Una scelta, come le precedenti, dettata dallo studio per il neo ingegnere civile. «Ho conseguito la laurea magistrale l’8 marzo scorso e da una settimana sono stato assunto alla Technital di Verona. Sto seguendo un progetto per la messa sicurezza di un fiume in Molise», racconta Marco, che si appresta a conseguire un altro importante passo. «Il 17 giugno mi sposo con Rossella. Ci conosciamo da quattro anni e abbiamo deciso di convolare a nozze e andare ad abitare a Borgo Roma. Per il momento sono ancora a San Martino con i miei genitori, Antonio e Cecilia. Ho una sorella maggiore: Giulia. Il calcio? Se prima covavo sogni di gloria ora è diventato una splendida passione. Non potrei più come in passato allenarmi il pomeriggio, la rifinitura il sabato e la domenica via tutto il giorno.
Ora c’è il lavoro ma soprattutto Rossella con la quale passare il tempo libero in giro con il nostro cane». «Non ho alcun tipo di rimpianto sportivo. Dopo un anno da titolare alla Virtus Vecomp, nel 2015-16, sono passato a Chioggia perché volevo essere vicino all’università di Padova. Con Gigi (Fresco ndr) ho avuto la possibilità di confrontarmi con il Venezia. In porta giocava Vicario, ora numero uno dell’Empoli. Tra i compagni di squadra avevo invece bomber Iacopo Cernigoi», continua Marco, tifoso dell’Inter ed estimatore di Andrè Ter Stegen del Barcellona. «Le mie soddisfazioni me le sono tolte anche al Caldiero, dove ho parato più di un rigore. Ma se devo proprio scegliere una partita da incorniciare mi viene in mente la finale di play-off per salire dall’Eccellenza alla serie D, nel mio primo anno alla Clodiense. Andammo ai rigori contro il Tortona, compagine piemontese: ne parai due, uno lo calciarono fuori. Fu una grande gioia». Nulla in confronto alla conquista della laurea. «Forse ho imparato a dare il giusto peso e valore alle cose e mi sento realizzato a prescindere dal calcio», continua Tebaldi che spera ancora in una salvezza con la Belfiorese. «La situazione è intricata. A tre giornate dal termine del campionato siamo terz’ultimi a cinque punti dalla zona play-out. Le possibilità di centrare l’impresa sono davvero esigue ma ci proveremo fino a quando la matematica non ci condannerà. In alto è davvero elettrizzante la lotta promozione. Vedo più attrezzata la Clivense per il salto di categoria», continua Tebaldi cresciuto nel settore giovanile dell’Hellas Verona. «Il mio punto di forza? Penso la reattività tra i pali». Chi lo conosce giura essere audace nelle uscite alte e di avere un bel colpo d’occhio. Sul Pallone d’Oro ha le idee chiare. «Si tratta di un’ottima iniziativa per dare visibilità al calcio dilettantistico. So che in questa edizione hanno sempre maggior peso i punti assegnati dagli addetti ai lavori e questo è un vero passo in avanti verso la meritocrazia».•.
Tebaldi l’ingegnere «Bello parare i rigori»
